giovedì 17 aprile 2008

Visita a Niigata - 2° parte

[Continua da Visita a Niigata]

Ormai sta scendendo il buio e rientriamo in casa.
L'entrata di casa è un po' strana, sembra di entrare in un magazzino. Ma è un magazzino! E' un magazzino pronto per sopravvivere un inverno.
Mi hanno raccontato che queste case hanno una uscita in cima al tetto, per poter comunque uscire di casa quando la neve ha bloccato completamente tutte le altre uscite. Ma che tempo fa qui? E siamo solo a 3 chilometri dal mare!
Dentro la rimessa è buio, schiarito solo da una flebile lampadina annerita dal fumo e dal tempo. Le masserizie per il lungo inverno sono già pronte. I sacchi di patate, il riso e altre cose che non conosco. La legna è accatastata dentro. Le altre cose sono al sicuro nel sottotetto.

Ecco l'entrata della zona abitata. Si accede tramite due alti scalini, spostando delle porte scorrevoli di legno e vetro.

Sono scalini, ma potrebbero essere anche dei sedili, da quanto sono alti. E' qui che dobbiamo toglierci le scarpe.

Osservando meglio si nota che il piano del pavimento è rialzato circa 70 cm. e sotto il solaio è tutto vuoto. Da sotto filtra la luce dall'esterno, la casa è quasi una palafitta, proprio per mantenere ben lontana l'umidità. Ma passa benissimo anche l'aria fredda, e qualche animale...
Mi ricorda quello dove il piccolo Chibi-Totoro si nascondeva fuggendo da Mei. Ma questo è molto piu' alto e grande.

La struttura della casa è basata su quattro grandi stanze, tutte col pavimento in tatami. Le pareti sono scorrevoli, amovibili, oppure nascondono armadi a muro. Oltre a queste vi è una zona soggiorno formata da una stanza piccola, dove normalmente si vive e una cucina, abbastanza grande per la cucina quotidiana e per la preparazione dei prodotti da vendere o conservare. Entrambe hanno una grande finestra che da direttamente sul laghetto. Dalla cucina si accede ad un magazzino e da lì all'area dell'ofuro.

Andiamo nella nostra stanza, ci cambiamo e prepariamo i futon. Dentro fa freddo quanto fuori.
E' il momento del bagno caldo. E' come me lo aspettavo... un ofuro di campagna: freddo fuori e bollente dentro.

Piu' precisamente l'ofurò (cioè la stanza per la doccia e il bagno) e gli altri locali sanitari sono separati. Che sorpresa trovare nel gelido bagno esterno.... il washlet hi-tech riscaldato!

Nel passato l'ofuro era riscaldato a legna. Una stufa esterna con una serpentina scaldavano l'acqua, controllata da una persona che regolava il fuoco per fornire la temperatura giusta, e chiedendo ai "bagnanti" se andava tutto bene. Ora invece la stufa è stata sostituita da un bruciatore a gasolio.

La cena
Finalmente ci troviamo tutti insieme, a cena. Facciamo conoscenza. Io sono il primo occidentale che vedono. I tavolini bassi sono già preparati e imbanditi con dei giganteschi granchi e pieni di tante cose strane. E ovviamente stiamo seduti per terra sopra gli zabuton. Io mi sistemo alla meno peggio, cercando una postura compatibile. Gli zii sono molto calmi, sono contenti, ma capisco che forse sono un po' imbarazzati per il cibo. Non sanno se io gradirò il cibo locale che loro hanno preparato.
Oltre ai granchi ci sono tante cose strane. Ad esempio dei panetti di tofu preparati dalla zia. Tofu artigianale? Ebbene sì, tofu fatto con la soia dei loro campi. Un tofu molto grezzo e grigio... ma buono! Perchè tutti non fanno il tofu così?
La cena e le chiacchiere proseguono. Ovviamente io sto zitto e non capisco niente, e lascio il compito alla mia dolce metà. Cerco di riprenderli con la videocamera, e vedo che sono normali, non si preoccupano. Meglio così. Al contrario i miei parenti italiani, quando vedono che li riprendo, diventano buffissimi, innaturali o nervosi.
Al termine della cena posso dire che sono stato contento. Ho mangiato cose strane (qualcuna l'ho dovuta buttar giù per forza), ho fatto fuori due granchioni, e come al solito ho bevuto un bel po' di sake. Ho fatto un po' di conoscenza con gli zii e spero di aver anche fatto buona impressione.

Sono le nove e possiamo andare a dormire.

E' mattina.

Dopo la colazione giapponese, facciamo vedere il video del nostro matrimonio. Quello a cui loro non hanno potuto partecipare.
Mentre la proiezione va avanti ecco che il nipote ci porta una catasta di libri. Sono gli album di famiglia, tra cui quelli dei innumerevoli eventi a cui hanno partecipato.



Esce fuori anche un libro, l'albero genealogico della famiglia.
E' un libro di una quarantina di pagine in cui è stata ricostruita tutta la storia della famiglia e dei luoghi. Il primo membro registrato risale al 1730.



Il registro è fatto in varie sezioni:
l'albero della discendenza
  • il registro delle nascite e dei decessi, delle nascite e dei matrimoni,
  • la storia dei vari membri della famiglia, con accanto la storia del Giappone.
  • la storia della casa


La neve, esattamente come previsto, sta scendendo copiosa. Bisogna partire, prima che la neve faccia presa e blocchi le strade.




Facciamo una foto di famiglia e registriamo l'ultimo video di saluto. Ormai questo è un documento, chissà se li rivedremo mai piu'.



Prima di andare alla stazione, passiamo al Kani Center Marine Dream - Il mercato dei granchi e del pesce. E' pieno di negozi di granchi. Sono grossi granchi precotti e surgelati. Gli stessi che abbiamo mangiato la sera prima. Vi sono varie misure e prezzi. Ci facciamo confezionare due grossi pacchi pieni di granchi, uno per noi e un altro per per dei parenti.

Non possiamo portarli con noi sullo Shinkansen fino a Tokyo. Li facciamo spedire per posta. E' il 30 dicembre sera - ma ci assicurano - domani mattina (31 dicembre) saranno già a destinazione, ancora congelati. Nonostante debbano fare 600 km. Sarà vero?

C'è ancora tempo. Ne approfittiamo per girare nel mercato del pesce e dei granchi. Interessante.

Nel mercato del pesce ammiriamo i soliti pesci, granchi...

...gamberi e capesante.



Ripartiamo col solito mini-trenino locale.



Nevica ben benino, il paesaggio sta prendendo un'aspetto molto particolare.



Torniamo verso la metropoli, ci aspetta il Toki che ci porterà dritti dritti a casa.



Tokyo: 31 dicembre, ore 9: i granchi sono già arrivati a destinazione. Miracoli del sistema postale giapponese!

2 commenti:

vivi.roma ha detto...

Che nostargia.. caro mio paese. Si, l'Inverno di Niigata � proprio cosi.. ha atmosfere e si vive nella natura severa aspettando la bella primavera. Neve, Enka, Ofuro, i freschissimi pesci e granchi... ma grazie alle queste cose abbiamo pi� atmosfere in Inverno.
A proposito, mi � piaciuto molto la tua questa frase

-un ofuro di campagna: freddo fuori e bollente dentro-

� proprio PARADISO!! vero^^?
Mi ha stimolato molto.

A presto, Paochin*

Claudia Casu ha detto...

Geme-chan, ci andiamo insieme a vedere momiji? :)