venerdì 8 agosto 2008

Nabe mon amour



La pentola, che passione.

Anche se non ero mai stato in Giappone d'inverno, avevo già avuto modo di scoprire questo piatto.

Per chi non lo sapesse, Nabe significa "pentola" ed è un tipico piatto invernale giapponese.

Si prepara mettondo svariati ingredienti a piacere come verdura, ortaggi, funghi, carne, pesce, crostacei, funghi a seconda dei propri gusti e disponibilità in una pentola di terracotta e fatti cuocere su un fornello portatile direttamente sul tavolo dove i commensali controlleranno la cottura e si serviranno da soli. E' quindi un tipico piatto che si mangia in famiglia d'inverno, seduti per terra e scaldati dal kotatsu. E la cottura sul tavolo contribuisce a creare una atmosfera calda.

Man mano che gli ingredienti arrivano a cottura si mangiano e alla fine, nel brodo che resta, si versa un po' di riso o udon, in modo da completare la cena.
In realtà il primo approccio con il nabe non fu proprio esaltante. Eravamo in Italia. Una sera di fine estate ci invitano a cena. L'unico italiano sono io. Sarà che forse eravamo troppe persone per troppo pochi ingredienti, ma mi ritrovai di fronte ad un grande pentolone pieno di acqua non salata, dove galleggiavano solitari un po' di cavolo cinese, un po' di carne tagliata fine e un po' di tofu. Alla fine della cottura comunque gli ingredienti avevano un sapore inconsistente, ed anche l'udon finale risultò alquanto insipido. Se questo era nabe, potevo benissimo farne a meno.

Alla fine però qualcuno mi avvisò "Attento, questo non è proprio un bel nabe".

Il caso volle che qualche mese dopo, girando in un grande magazzino, trovassi esposte delle pentole in terracotta, molto simile ad una nabe. Erano cinesi, ma molto simili alle nabe giapponesi, sia per quanto riguarda la pentola che per il coperchio. Sulla confezione l'importatore aveva scritto "pentola da fuoco", da mettere proprio sopra il fornello, senza protezione, come si fa con le nabe normali. Non resistetti, e la comprai.

Rispolverato il fornello portatile (piuttosto difficile da trovare in Italia) e recuperati con fatica gli ingredienti, la sera facemmo il nostro primo nabe familiare. Completamente differente e buonissimo.

Da allora almeno un paio di volte al mese, d'inverno, il nabe è obbligatorio.

Riguardo agli ingredienti, per il nabe c'è spazio per molta fantasia: qualunque verdura, ortaggio che ci piace è benvenuto. Non dovrebbero mancare però tofu e daikon. Carne, pesce, molluschi o crostacei possono arricchire il piatto, ma dipende da gusti e portafoglio. Il mio preferito in assoluto è il kani-nabe, la pentola con i granchi e le capesante. Veramente una prelibatezza.

Anche se la base è completamente diversa, mi ricorda il natio Cacciucco.

Ooops... ma questo è solo un avanzo. ;-)

martedì 5 agosto 2008

Nengajou e timbrini


Mancano sei mesi alla fine dell'anno. Fa caldo e noi italici abbiamo in testa solo sole, mare e divertimento. Sole, mare e divertimento. Sole, mare e divertimento.

Però sei mesi passan presto è quindi è già tempo di informarsi e organizzarsi.
In questo caso voglio accennare alla tradizione giapponese dei "nengajou", le cartoline augurali di capodanno.

A capodanno è abitudine scambiarsi cartoline di auguri, un po' come da noi, ma con modi e regole e un po' diversi.

Quando farli e quando non farli
Ogni famiglia le prepara e le manda a tutti i propri parenti o amici.
Aziende e negozi li mandano, magari ai propri clienti selezionati. Ne so qualcosa anch'io ;-)
E la cosa è praticamente obbligatoria.
Nel caso però che in famiglia ci sia stato un lutto, per quell'anno la famiglia non può mandare nè ricevere nengajou. Ciò non significa che è esonerata da questo lavoro, anzi con molto anticipo deve inviare a tutti i possibili corrispondenti un'altra serie di cartoline per informarli che, a causa del lutto non potrà mandare gli auguri a capodanno e che sarà bene che, per quell'anno non glieli mandino.
Insomma... qualcosa si deve spedire sempre!

Spedizione e consegna
Le cartoline di Capodanno vengono preparate in vario modo, ma è fondamentale che vengano consegnate al destinatario tutte insieme lo stesso giorno, la mattina di Capodanno.
L'anno scorso il sistema postale giapponese assicurava la consegna per il giorno di Capodanno delle cartoline imbucate entro il 21 dicembre.
Ovviamente il sistema postale giapponese è organizzato per garantire le consegne proprio quella mattina.
In primo luogo nei giorni precedenti il personale individuerà tutta la corrispondenza di quel tipo, la classificherà e la immagazzinerà in attesa della consegna.
In secondo luogo la mattina di capodanno i postini saranno chiamati ad una giornata di superlavoro per effettuare tutte le consegne. In Italia sarebbe possibile avere un sistema in piena efficienza la mattina di capodanno?

Le cartoline
Le cartoline sono di tipi, ma di solito si tratta di cartoline postali giapponesi, formato 10x15 verticale, dall'affrancatura economica (dato che è necessario spedirne un bel po').
Di solito c'è l'abitudine di prepararsele da se e da personalizzarle con scritte e timbrini.
oppure si possono trovare in tutti in negozi di cartoleria, nei conbinì, ecc.
Ad esempio Japan Post offre delle cartoline in bianco preaffrancate, dove è possibile scrivere a mano o usare una stampante.
Le aziende magari le fanno preparare, personalizzate, presso i service di stampa.
Gli argomenti dell'illustrazione sulla cartolina sono vari, ma vanno da quelli tradizionali, quali l'animale dell'anno dallo zodiaco cinese, alla composizione fotografica di famiglia (specialmente se ci sono stati nuovi arrivi). Raramente si sono illustrazioni natalizie occidentali, tipo l'albero di natale o la casa sotto la neve.

Timbrini
Elemento immancabile da apporre sulla cartolina è qualche timbrino, come da abitudine giapponese.
Data la mania giapponese per i timbri e timbrini (vi ricordo che in Giappone ognuno ha il suo timbro personale, che ha una validità uguale alla firma, se non superiore) questi non possono mancare anche in questo caso.

E qui io sono impazzito perchè in molte cartolerie si trovano dei fantastici timbrini, che farebbero la gioia dei nostrani maniaci filo-nipponici.

Ecco qualche foto, scattata a Tokyu Hands. Notare a destra il timbrino con Tottoro!





Stampa self-service
Quest'anno l'ultima moda era quella di prepararle al computer, stampandole su una stampante ink-jet a colori. E infatti era il business del momento. A Yodobashi, ma praticamente ovunque, c'erano infiniti modelli di stampante e montagne di cartoline stampabili, con kit, software e guide per comporre le fotografice. Anche io ne ho comprate un po', dato che costavano infinitamente meno che in Italia e che dovevo spedirne un po'. Anche l'ufficio postale ne vendeva, già affrancate, praticamente al solo costo del francobollo.
Ora vi saluto che vado a buttare giu qualche idea per i prossimi nengajou e poi andrò al mare anch'io.

P.S.: se passate all'Ufficio Postale, prendete anche la serie di francobolli di Capodanno. Quelli del 2008 erano tutti filigranati d'oro. Spettacolari.