domenica 20 aprile 2008

Spuntino alla stazione

E così eccoci nel paese del sol levante, cercando di imparare le buoni abitudini locali.

Sono una buona forchetta, così non mi dispiace fare spuntini dove capita, ad esempio aspettando il treno.

Questo sono io davanti al mio sobaya, mentre aspetto il treno.


E' mattina presto e non ho ancora fatto colazione. Così mi rifocillo in maniera frugale, come fanno tanti uomini qui. E poi, quando vedo uno di questi negozi, non posso resistere, devo per forza entrare.



Fino alle 11 di mattina costa solo 300 Yen e per mezza giornata sei a posto.
Ma perchè non si possono mettere anche da noi?
Io mi sono un po' stufato dei vari Spizziko & C. dove un trancino di pizza surgelata ti costa quanto una fiorentina.

giovedì 17 aprile 2008

Visita a Niigata - 2° parte

[Continua da Visita a Niigata]

Ormai sta scendendo il buio e rientriamo in casa.
L'entrata di casa è un po' strana, sembra di entrare in un magazzino. Ma è un magazzino! E' un magazzino pronto per sopravvivere un inverno.
Mi hanno raccontato che queste case hanno una uscita in cima al tetto, per poter comunque uscire di casa quando la neve ha bloccato completamente tutte le altre uscite. Ma che tempo fa qui? E siamo solo a 3 chilometri dal mare!
Dentro la rimessa è buio, schiarito solo da una flebile lampadina annerita dal fumo e dal tempo. Le masserizie per il lungo inverno sono già pronte. I sacchi di patate, il riso e altre cose che non conosco. La legna è accatastata dentro. Le altre cose sono al sicuro nel sottotetto.

Ecco l'entrata della zona abitata. Si accede tramite due alti scalini, spostando delle porte scorrevoli di legno e vetro.

Sono scalini, ma potrebbero essere anche dei sedili, da quanto sono alti. E' qui che dobbiamo toglierci le scarpe.

Osservando meglio si nota che il piano del pavimento è rialzato circa 70 cm. e sotto il solaio è tutto vuoto. Da sotto filtra la luce dall'esterno, la casa è quasi una palafitta, proprio per mantenere ben lontana l'umidità. Ma passa benissimo anche l'aria fredda, e qualche animale...
Mi ricorda quello dove il piccolo Chibi-Totoro si nascondeva fuggendo da Mei. Ma questo è molto piu' alto e grande.

La struttura della casa è basata su quattro grandi stanze, tutte col pavimento in tatami. Le pareti sono scorrevoli, amovibili, oppure nascondono armadi a muro. Oltre a queste vi è una zona soggiorno formata da una stanza piccola, dove normalmente si vive e una cucina, abbastanza grande per la cucina quotidiana e per la preparazione dei prodotti da vendere o conservare. Entrambe hanno una grande finestra che da direttamente sul laghetto. Dalla cucina si accede ad un magazzino e da lì all'area dell'ofuro.

Andiamo nella nostra stanza, ci cambiamo e prepariamo i futon. Dentro fa freddo quanto fuori.
E' il momento del bagno caldo. E' come me lo aspettavo... un ofuro di campagna: freddo fuori e bollente dentro.

Piu' precisamente l'ofurò (cioè la stanza per la doccia e il bagno) e gli altri locali sanitari sono separati. Che sorpresa trovare nel gelido bagno esterno.... il washlet hi-tech riscaldato!

Nel passato l'ofuro era riscaldato a legna. Una stufa esterna con una serpentina scaldavano l'acqua, controllata da una persona che regolava il fuoco per fornire la temperatura giusta, e chiedendo ai "bagnanti" se andava tutto bene. Ora invece la stufa è stata sostituita da un bruciatore a gasolio.

La cena
Finalmente ci troviamo tutti insieme, a cena. Facciamo conoscenza. Io sono il primo occidentale che vedono. I tavolini bassi sono già preparati e imbanditi con dei giganteschi granchi e pieni di tante cose strane. E ovviamente stiamo seduti per terra sopra gli zabuton. Io mi sistemo alla meno peggio, cercando una postura compatibile. Gli zii sono molto calmi, sono contenti, ma capisco che forse sono un po' imbarazzati per il cibo. Non sanno se io gradirò il cibo locale che loro hanno preparato.
Oltre ai granchi ci sono tante cose strane. Ad esempio dei panetti di tofu preparati dalla zia. Tofu artigianale? Ebbene sì, tofu fatto con la soia dei loro campi. Un tofu molto grezzo e grigio... ma buono! Perchè tutti non fanno il tofu così?
La cena e le chiacchiere proseguono. Ovviamente io sto zitto e non capisco niente, e lascio il compito alla mia dolce metà. Cerco di riprenderli con la videocamera, e vedo che sono normali, non si preoccupano. Meglio così. Al contrario i miei parenti italiani, quando vedono che li riprendo, diventano buffissimi, innaturali o nervosi.
Al termine della cena posso dire che sono stato contento. Ho mangiato cose strane (qualcuna l'ho dovuta buttar giù per forza), ho fatto fuori due granchioni, e come al solito ho bevuto un bel po' di sake. Ho fatto un po' di conoscenza con gli zii e spero di aver anche fatto buona impressione.

Sono le nove e possiamo andare a dormire.

E' mattina.

Dopo la colazione giapponese, facciamo vedere il video del nostro matrimonio. Quello a cui loro non hanno potuto partecipare.
Mentre la proiezione va avanti ecco che il nipote ci porta una catasta di libri. Sono gli album di famiglia, tra cui quelli dei innumerevoli eventi a cui hanno partecipato.



Esce fuori anche un libro, l'albero genealogico della famiglia.
E' un libro di una quarantina di pagine in cui è stata ricostruita tutta la storia della famiglia e dei luoghi. Il primo membro registrato risale al 1730.



Il registro è fatto in varie sezioni:
l'albero della discendenza
  • il registro delle nascite e dei decessi, delle nascite e dei matrimoni,
  • la storia dei vari membri della famiglia, con accanto la storia del Giappone.
  • la storia della casa


La neve, esattamente come previsto, sta scendendo copiosa. Bisogna partire, prima che la neve faccia presa e blocchi le strade.




Facciamo una foto di famiglia e registriamo l'ultimo video di saluto. Ormai questo è un documento, chissà se li rivedremo mai piu'.



Prima di andare alla stazione, passiamo al Kani Center Marine Dream - Il mercato dei granchi e del pesce. E' pieno di negozi di granchi. Sono grossi granchi precotti e surgelati. Gli stessi che abbiamo mangiato la sera prima. Vi sono varie misure e prezzi. Ci facciamo confezionare due grossi pacchi pieni di granchi, uno per noi e un altro per per dei parenti.

Non possiamo portarli con noi sullo Shinkansen fino a Tokyo. Li facciamo spedire per posta. E' il 30 dicembre sera - ma ci assicurano - domani mattina (31 dicembre) saranno già a destinazione, ancora congelati. Nonostante debbano fare 600 km. Sarà vero?

C'è ancora tempo. Ne approfittiamo per girare nel mercato del pesce e dei granchi. Interessante.

Nel mercato del pesce ammiriamo i soliti pesci, granchi...

...gamberi e capesante.



Ripartiamo col solito mini-trenino locale.



Nevica ben benino, il paesaggio sta prendendo un'aspetto molto particolare.



Torniamo verso la metropoli, ci aspetta il Toki che ci porterà dritti dritti a casa.



Tokyo: 31 dicembre, ore 9: i granchi sono già arrivati a destinazione. Miracoli del sistema postale giapponese!

mercoledì 16 aprile 2008

Le macchine parlanti

In G quasi ogni macchina parla.

Il treno parla.
La metropolitana parla.
La biglietteria parla.
L'ascensore parla.
Il passaggio a livello parla.
L'ambulanza parla.
La macchina della polizia parla.
Gli automezzi dei vigili del fuoco parlano.
Il distributore automatico di bibite parla.
Il termometro parla.

Però il washlet suona e basta. Come mai?

mercoledì 9 aprile 2008

Visita a Niigata

E' la fine di dicembre. Due zii non sono potuti venire alla nostra cerimonia nuziale. Sono troppo vecchi e deboli per sopportare il lungo viaggio. Abitano nella vecchia casa di famiglia, sulle pendici di un monte a pochi chilometri dal mare, nella campagna a sud della prefettura di Niigata, al confine con quella di Nagano.
Mi hanno raccontato tante cose di questo luogo e delle persone che la popolano e l’hanno popolata. Delle loro attività e del loro ritmo di vita.
Lo zio era il primogenito e così ha avuto in carico la proprietà: la casa, le risaie, gli orti. Gli altri fratelli si sono dovuti organizzare diversamente, creandosi una vita altrove. Così è stato da sempre, per le generazioni. Ma son tutti sempre partiti da qui.

La casa dove abitano è una grande casa di campagna, tutta in legno. Il tetto è molto spiovente; tanti anni fa era di paglia (come si vede dalla foto sotto, , ma ora è sostituito ora da un anonimo alluminio grigio.

Il solaio è rialzato di quasi un metro, per mantenere asciutta la casa. Tutte le stanze hanno il pavimento in tatami, le pareti scorrevoli e amovibili, gli armadi a scomparsa decorati.
Sono sempre stato curioso di conoscere queste persone e vedere questo luogo di campagna. Sarà che ormai voglio vedere tante cose prima che scompaiano.

Il clima da quelle parti è particolare: piove spesso e d’inverno nevica tantissimo, anche 4 metri di neve. Così, al ritorno da Kyoto, decidiamo di fare tappa qui e trascorrere qualche giorno, prima che la neve renda la visita impossibile.

Niigata. Niigata è una regione montuosa che si affaccia sul Mar del Giappone; è molto famosa per la produzione di riso, sake e tanti altri prodotti alimentari. D'estate piove molto e d'invernonevica copiosamente. Su di essa infatti si scaricano molte perturbazioni provenienti dal continente asiatico.
Proprio per questo motivo i "niigatesi" sono molto invidiosi degli abitanti di Tokyo: quando a Niigata piove a Tokyo c'è sole. D'altra parte sono proprio questi monti a proteggere Tokyo dalle perturbazioni che provengono da nord-ovest.

Il viaggio. Il tempo è brutto, il servizio meteo ha annunciato che entro domani comincerà a nevicare.Partiamo da Kyoto con un treno espresso, il “Thunderbird” ("sandabbado" per i G).
Dai finestrini scorrono prima il lago Biwa e poi il Mar del Giappone in tempesta che ci da il benvenuto. Lungo la costa oscuri villaggi di pescatori sembrano raccontare di una vita ben diversa da quella a quella vista nelle grandi città. Capisco perché questa zona ha ispirato tanti canzoni Enka.

Cambiamo vari treni. Sono sempre più piccoli, lenti e rumorosi. Ma l'Hikari è esistito davvero?
Alla fine arriviamo, ma sta per tramontare e fa molto freddo.

Salutiamo gli avi
Come prima cosa andiamo a salutare gli avi nel cimitero di famiglia. Dobbiamo sbrigarci prima che faccia buio.

Non lo sapevo, ma questa famiglia ha un suo cimitero privato. É su una collinetta, intimamente protetto dentro un boschetto di altissimi bambù, a pochi metri da casa, lungo la strada per andare verso i terrazzamenti delle risaie e degli orti.
Bellissimo! Tante piccole statuette, più o meno consumate dal tempo, ci guardano, raccolte in un recinto di pietra. Su tutte c’è il simbolo di famiglia. Lo riconosco, era lo stesso del Kamon che avevo sulla mia veste da cerimonia.

Manacin svolge il suo cerimoniale. Con una brocca versa acqua sulla statua centrale, accende degli sticks d’incenso e poi accenna una preghiera. Non so quale per quale religione, non mi interessa.
Ma questa cosa mi piace. Mi piace soprattutto che queste persone abbiano cercato di mantenersi vicine, di generazione in generazione, e di passarsi questo testimone, rispettandosi a vicenda.
C’è una serenità incredibile. Sono commosso.
Anch’io, a modo mio, prego per loro. Un Padre Nostro non farà sicuramente male.


Torniamo alla casa.
Alle finestre sono già state messe le tavole di legno per proteggerle dalla neve. La rimessa è piena di legna da ardere e di masserizie, immagazzinate in previsione del lungo inverno.

Lato monte, addossato alla casa, c'è un piccolo laghetto con l'acqua corrente. Oltre che una funzione decorativa, svolge una importante funzione: sciogliere la neve che cade e mantenere sgombro quel lato della casa.

Andiamo, ormai è sera e ci aspetta un bel bagno bollente e una cena a base di granchi e di specialità locali, quasi tutte provenienti dai loro orti.

Di cosa perleremo?
[Continua…]

martedì 8 aprile 2008

Food Court

Impazzisco per i Food Court, ovvero le zona dei grandi magazzini destinata all...

Scuola G di cucina

La mia cognata giapponese si è iscritta ad una scuola giapponese di cucina.

E' una famosa scuola giapponese di cucina, che le bravi mogli giapponesi frequentano per imparare a fare prelibati pranzetti da offrire ai loro amati maritini impiegati, quando questi ritornano dal lavoro.

Ci ha mandato delle foto delle sue creazioni, scattate con il suo potentissimo cellulare da 5 megapixel panoramico.








A parte queste nuove opere, secondo me è già abbastanza brava, dato che da anni prepara i piatti nel nostro izakaya e mi viene ancora l'acquolina in bocca a pensare al Kani-nabe (Nabe con i granchi) che ci aveva preparato un giorno d'inverno. Però ora si divertirà imparando cose nuove.

Scene da due matrimioni

L'anno scorso ci siamo sposati. Per festeggiare l'evento con tutti gli amici e parenti abbiamo organizzato due cerimonie, una in Italia con i miei e l'altra in Giappone, con i suoi. É stato impegnativo organizzarne due, ma alla fine ci siamo riusciti. Per ora ecco alcuni fotogrammi tratti dai due eventi.


Matrimonio religioso in Italia


La sposa italiana


La vestizione nuziale giapponese - 1


La vestizione nuziale giapponese - 2


L'apertura della damigiana di Sake

lunedì 7 aprile 2008

Scherzi del destino


Mi ricordo ancora che circa dieci anni fa, i miei suggerivano di trovarmi una compagna sull'Isola, in modo che potessi stare vicino a loro e farmi una vita isolana. Ma quel posto, pur bellissimo, era per me troppo isolato, e io uscii fuori con questa frase: "Guardate che se mi troverò una cittadina, magari una di Tokyo, come si potrà vivere qua?".
E il destino ha proprio voluto così. La mia dolce metà è proprio nipponica, cittadina edonese ed orgogliosa di esser tale. Per amore ho imparato e sto imparando tante cose nuove, che mai avrei immaginato, perso nella mia provincialità italiana.
Non faccio parte della generazione cresciuta con manga, anime e consoles. Ero già troppo grande. Però, per amore e per curiosità sto cercando di imparare a conoscere e a convivere con una cultura un po' diversa dalla mia.
Speriamo bene.

domenica 6 aprile 2008

L'inizio - はじめに

Qualche anno fa non sapevo neanche dove fosse il Giappone. Ora le cose sono molto cambiate e, volente o nolente, fa parte della mia vita...
Youkoso minasan!